German Arce Ross. Milano, ottobre 1987. 

Testo pubblicato in : La Psicoanalisi. Studi internazionali del Campo freudiano, 2. Astrolabio, Roma, 1987, p. 214.

 

Lo studio dell’amore è uno studio del rapporto di coppia? L’amore è un semplice rapporto a due e nasconde un significato « occulto e obliato » a cui lo psicanalista dovrebbe con il suo atto restituire un senso reinventando la sua forza e il suo valore?

 

Non c’è in questo libro di Davide Lopez e Silvia Corbella, Libertà e Amore (Boringhieri, Torina, 1986), un vero lavoro analitico. Gli autori nel loro epistolario si accontentano di stabilire un elogio dell’amore adulto, ideale, matura e normale, e raccontano semplicemente, senza alcun spirito critico né analitico, la storia dei rapporti di alcune coppie famose: Conchita e Don Matteo, Abelardo ed Eloisa, e Kierkegaard e Regina.

 

Per stabilire dei punti di riferimento, possiamo classificare Lopez e Corbella tra i teorici della psicologia a due persone, dato che come Balint, Searles e Winnicott stabiliscono un duaIismo nell’analisi dell’amore ; vi è qui, da un lato, uno stato simbiotico, dipendente, infantile, immaturo e non libero, e dal1’altro, uno stato di realizzazione dell’essere, d’indipendenza, di libertà e di maturazione adulta e genitale. Per loro, questi due momenti si situano nella concezione di uno sviluppo « libidico emotivo » in cui la fase più elevata sarebbe quella dell’armonia, dell’unità, della volontà di potenza e della libera scelta (diretta da un « Preconscio » al posto del Maestro), nel rapporto tra persona e persona.

 

Questa concezione presenta una idealizzazione dell’amore ; in altre parole è una posizione lontana se non contraria a quella della psicoanalisi ; d’altronde, lo stesso autore dice: « Contro la psicoanalisi kleiniana e in generale contro la psicoanalisi, dunque contra l’identificazione riduttiva dell’uomo con l’animale psicologico, ho pensato, sperimentato e sviluppato il concetto e il modello della persona e del rapporto vero, reale, del rapporto persona-persona » (p. 46).

 

Riguardo alla connessione tra libertà e amore, gli autori cercano di definire attraverso il rapporto persona a persona, e « l’indefettibile sensibilità preconscia » (l’intuizione?), il concetto di armonia nel rapporto di amore tra uomo e donna. Ma come parlare di libertà quando si presentano delle personalità cosi determinate, nel loro amore e nei loro atti, da istanze inconscie passionali che li spingono alla sofferenza e all’autopunizione? Nella sua analisi della storia di Abelardo ed Eloisa, Silvia Corbella identificandosi nella figura (divina e pura), nel ruolo (femminile) e nella posizione (amorosa e disinteressata) di Eloisa, rimane cieca di fronte all’evidenza del godimento perverso di questa passione d’amore che Eloisa alimenta e conserva. L’autrice sembra non vedere in Eloisa piu che una vittima innocente dell’incomprensione egoista di Abelardo. D’altronde, la traccia, reciproca in questa coppia, del sentimento di colpa, del bisogno di autopunizione e del desiderio di sofferenza, in cui l’analisi avrebbe potuto chiarirci il tema dell’amore e della libertà, non è stata del tutto sviluppata.

German Arce Ross. Milano, ottobre 1987.

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